Autore:
Robert Forczyk
Traduttore: Fulvio Cardoni
Curatore: Maurizio Pagliano
Illustratore: Peter Dennis
Collana: BAM, Biblioteca di arte militare, Battaglie, n° 112
Nel
1877, mentre le guerre tra gli Stati Uniti e i nativi americani
stavano volgendo al termine, una tribù in Oregon orientale,
continuava a resistere strenuamente. Erano i Nez Perce, guidati dal
cosiddetto “Napoleone Rosso”, Capo Giuseppe, che aveva rifiutato
di arrendersi e di accettare il re insediamento. Capo Giuseppe
organizzò invece un manipolo di alcune centinaia di guerrieri e
partì per il confine canadese, inseguito da 2.000 soldati
dell’esercito degli Stati Uniti guidati dal generale Oliver Howard.
Dopo avere inseguito i nativi per tre mesi, combattendo in numerose
azioni e in alcune vere e proprie battaglie (Bird Canyon, Big Hole)
l’esercito statunitense infine, giunto a qualche decina di
chilometri dal confine canadese, attaccò gli indiani, e li costrinse
ad arrendersi dopo una battaglia di cinque giorni nei pressi di Bear
Paw Mountain. L’esito finale fu la resa definitiva, suggellata dal
famoso discorso di Capo Giuseppe: “Sono stanco di combattere, i
nostri capi sono tutti caduti, Looking Glass è morto,
Toohoolhoolzote è morto. Tutti gli anziani sono morti. Ora i giovani
diranno sì o no. Quello che guidava i giovani è morto. È
freddo e non abbiamo coperte. I bambini muoiono di freddo. Alcuni
della mia gente sono fuggiti sulle montagne e sono senza coperte e
senza cibo. Nessuno sa dove questi siano, forse stanno morendo di
freddo. Vorrei aver tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti
ne posso ancora trovare. Forse li troverò fra i morti. Ascoltatemi,
capi! Sono stanco, il mio cuore è malato e triste. A cominciare da
dove ora è il sole, io non combatterò mai più”.
Ultima battaglia dei Nez Perce. 1877 (L')
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