Autore:
Hanns Schneider-Bosgard, a cura di Antonio Sema
Traduttore: Alessandro Politi
Collana: BAM, Biblioteca di arte militare, Studi, n° 123
Pagine: 260
Brutale
e affilato come la nuda lama di un pugnale, Bandenkampf
un decennio fa ha fatto irruzione da un oblio che lo ha tenuto
tenacemente ai margini del dibattito storiografico sulla Resistenza.
Il testo venne pubblicato negli ultimi mesi della Seconda guerra
mondiale, quando la Zona d’operazione Litorale Adriatico, istituita
nel 1943, era divenuta teatro di uno dei confronti più duri e
cruenti fra l’esercito tedesco e i partigiani italiani, sloveni e
croati ed era ormai segnato l’esito del conflitto per le forze
d’occupazione tedesche. Il libro testimonia lo sforzo di
comprensione e adattamento dei soldati della Wehrmacht al particolare
tipo di controguerriglia richiesto dal territorio di confine della
Venezia Giulia. Per combattere il nemico in maniera efficace è
necessario conoscerne innanzitutto la mentalità e la storia.
Riconoscere le sue debolezze ideologiche diventa allora tutt’uno
con l’individuazione delle fratture etniche presenti all’interno
della compagine partigiana. Ed è su questo nodo cruciale che
l’analisi del Bandenkampf
si salda con quella del curatore Antonio Sema quando questi afferma
che “il cuneo della divisione etnica e nazionale è stato
conficcato nel cuore della Resistenza non solo dai tedeschi ma anche
dai titini” e che “il prezzo di tale strategia è stato pagato
soprattutto dagli italiani”.
Rileggere oggi questo breve saggio in chiave geopolitica conduce a un interrogativo estremo: è possibile che la lotta interetnica per il dominio di questo territorio limitato, ma di grande valore strategico, sia del tutto sopita?
Bandenkampf. Resistenza e controguerriglia nella Venezia Giulia 1943-1945
- Codice Prodotto: LEG9788861022980
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