Autore: Covaz Roberto
Collana: Fuori collana
“Se sarà femmina si chiamerà
Piera, la figlia della guerra”. Primi di novembre del 1918; dopo quattro anni
di sofferenze inaudite il ritorno in città del Regio esercito italiano pone
fine alla Prima guerra mondiale che ha maciullato oltre centinaia di migliaia
di giovani vite lungo il fronte dell'Isonzo, il cuore dei goriziani
sopravvissuti ai bombardamenti italiani e austroungarici. Di quella che tra la
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento era stata l'elegante e raffinata
Nizza austriaca non restano che macerie. Tra mura sbrecciate, strade disastrate
dalle artiglierie e in un'aria ammorbata dall'odore di morte, si aggirano
Damijan e Maddalena. Hanno deciso che la loro creatura avrà lo stesso nome di
Piero, amico goriziano di infanzia di Damijan, arruolato giovanissimo
nell'esercito imperiale allo scoppio della guerra, nel luglio del 1914 e
rimasto ferito in modo irreversibile durante una battaglia sul fronte
orientale. Damijan, Maddalena, Piero e altri personaggi popolano questa sorta
di saggio in forma di racconto che intende essere omaggio a quei goriziani che
un secolo fa hanno sopportato l'orrore della guerra. Nelle pagine del libro,
scandite da una scrittura tambureggiante come fosse una cronaca in presa
diretta, si intrecciano i drammi dei protagonisti, la precaria quotidianità
della Gorizia in guerra, le grandi battaglie che si sono combattute attorno e
gli avvenimenti che hanno sconvolto l’esistenza di una città che è stata una
delle più grandi e tragiche capitali della Prima guerra mondiale. Il ricco contributo
iconografico contribuisce infine a farne un libro unico nel suo genere. Il
primo che racconta cosa sia stata la guerra a Gorizia.
Gorizia nella Grande guerra
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